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L'ascensore è oggi, dopo l'automobile, il mezzo di trasporto più diffuso del mondo.
Ad esempio nei grattaceli del Rockfeller Center, a New York, sono installati 216 ascensori, che trasportano 250.000 persone al giorno.
La storia dei dispositivi di sollevamento risale addirittura al terzo secolo a.c.
In Grecia per costruire i templi e dunque sollevare gli elementi delle colonne e tutto il materiale da costruzione pesante, venivano impiegate, oltre alle carrucole semplici, dei sistemi con contrappesi caricati a sabbia. Ovvero in cima ad una impalcatura, una carrucola permetteva di sollevare il carico controbilanciato da un contrappeso caricato gradatamente.
I romani idearono degli elevatori posti sotto l’arena del Colosseo per creare particolari effetti durante gli spettacoli. Gladiatori ed animali comparivano al pubblico “emergendo” dalla terra. Potrebbero essere questi i primi ascensori per persone, di tipo “scenico” ovvero teatrali.
Sembra che anche nel palazzo di Nerone nel 50 d.C. ca. ci fossero tre dispositivi di sollevamento.
Nel medioevo non furono sviluppati sono nuovi sistemi di sollevamento; vennero però introdotte delle migliorie ai verricelli, cioè ai dispositivi che dotati di pignone, potevano muovere solo alternativamente in un senso e quindi si evitava l'accidentale caduta del carico qualora si perdesse il controllo del tamburo su cui veniva avvolta al fune di trazione.
Nelle miniere venivano costruiti dei sistemi di sollevamento per i carichi e per i lavoratori.
Col rinascimento, grande impulso ebbe l’edilizia, molti palazzi e chiese vennero costruiti ed ovviamente molti dispositivi furono ideati soprattutto per la movimentazione dei carichi durante la costruzione.
Nel 1854 all’esposizione mondiale di New York, Elisha Otis presentò un dispositivo di sicurezza contro la caduta accidentale della cabina. In pratica da quel momento cominciò la vera storia dell’ascensore e lo sviluppo di questo sistema di trasporto.
Nel 1857 in un grande magazzino di New York venne installato un ascensore a vapore.
Le altezze maggiori furono conquistate nel 1931 con i 381 m. dell’Empire State Building.
Nella torre Eifel inaugurata nel 1889 in occasione dell'esposizione Universale di Parigi, c’erano cinque ascensori idraulici.
Tra questi c’era anche un impianto con cabina panoramica doppia, della capacità di 75 persone. Conducevano l’ascensore un manovratore, mentre un addetto era incaricato dell’apertura delle porte.
L’ascensore saliva in diagonale fino a 300 m di altezza e rimase in servizio per 83 anni.
Nei primi ascensori, un manovratore all’interno della cabina aspettava la chiamata a voce, praticamente si gridava dai piani “ascensore”.
Successivamente nel tempo, la segnalazione di lampadine avvertiva delle chiamate ai piani. Il movimento veniva pilotato in cabina dal manovratore con una leva.
Con l’introduzione di sistemi automatici di controllo, è la fine dei “boys” cioè dei conduttori in cabina addetti a muovere l’ascensore. Il quadro elettrico di manovra ha soppiantato questa figura professionale.
Infatti è del 1924 il primo ascensore con la possibilità di fermarsi da solo per mezzo di un controllo automatico. I comandi sono dati da pulsanti cioè dal pannello in cabina e posto ai piani, chiamato bottoniera.
Nel 1937 viene introdotto il primo ascensore a prenotazione che può cioè raccogliere le chiamate ai piani durante il percorso in movimento della cabina.
Negli anni ‘50 diventano di uso comune gli ascensori dotati di porte automatiche, muniti di dispositivi di protezione a fotocellula.
Lo sviluppo della tecnologia elettronica ha consentito di sostituire le apparecchiature elettromeccaniche con circuiti digitali che controllano ogni fase del moto dell’ascensore.
Fra le ultime evoluzioni invece vi sono:
1) La regolazione elettronica della velocità: oltre a rendere estremamente dolci le fasi di avvio e fermata della cabina, permettono l'arresto della stessa esattamente in corrispondenza del piano; questa è inoltre una condizione necessaria al soddisfacimento delle ultime norme in materia di sicurezza (fra le maggiori cause di incidente si registrano proprio gli inciampi sugli scalini che si creano fra piano e cabina), e precisamente il raggiungimento di adeguata precisione di fermata e di livellazione al piano, come richiesto dalla norma per l'accessibilità degli ascensori anche ai disabili EN 81-
3) la riduzione degli spazi verticali di sicurezza nel vano ascensore, in alto e/o in basso, in modo da ridurre gli ingombri verticali dell'ascensore nell'edificio, specie se preesistente.